domenica 30 settembre 2012

Milonga all'ex bananificio. Udine, 6 ottobre 2012

Segnalo con piacere questa bella iniziativa che testimonia uno dei aspetti allo stesso tempo più originali e diffusi nell’animo tanguero: la volontà di esplorare spazi nuovi e di allestire milongas in ambienti decisamente inconsueti, in questo caso un inedito spazio di archeologia industriale. Tutti i dettagli su www.tanghitudine.it.

 

sabato 29 settembre 2012

L'improbabile storia d'amore della Finlandia per il tango



L’amico Ugo Mattioni mi segnala un interessante articolo sulla versione finlandese del tango pubblicato sul sito della BBC World Service. Fedele al mio interesse per le ibridazioni, le mescolanze, gli incroci e i ‘territori di confine’, ve lo propongo in traduzione. 
La Satumaa di cui si accenna nel testo è un brano di Unto Mononen inciso nel 1955. L'esecuzione classica - che a noi italiani evoca di solito reminiscenze di liscio - è quella di Reijo Taipale. La potete ascoltare nel video in fondo alla pagina.


BBC World Service
L'improbabile storia d'amore della Finlandia per il tango
Di Mark Bosworth 

Il tango ebbe origine nei quartieri proletari di Buenos Aires verso la fine dell'Ottocento, ma è riuscito a conquistare quella che di solito si presenta come una cittadina piuttosto sonnolenta nell'artico finlandese.

Fin dove giunge lo sguardo, coppie danzano il tango lungo strade fiancheggiate da alberi, sotto un cielo blu cobalto. Sono le due del mattino. Il sole è appena sceso sotto l'orizzonte e presto sorgerà di nuovo. Il suono della fisarmonica riempie la calda aria estiva e l'orchestra attacca: prima le percussioni, poi i violini. Il cantante si produce in un pezzo chiamato Satumaa, o terra incantata. Il tango più popolare e più eseguito in Finlandia parla di un'idilliaca terra lontana in cui le persone vivono felici, ma - stando a questo brano malinconico - essa può essere raggiunta solo grazie alla musica.
Questa è Tangokatu, la strada del tango a Seinajoki: una piccola località a tre ore di treno a nord di Helsinki. La strada principale è stata così ribattezzata per il festival, l'evento di maggior rilevo nel calendario finlandese del tango. Il festival, della durata di cinque giorni, viene organizzato da quasi trent'anni e richiama oltre 100.000 finlandesi malati di tango. Ce ne sono di tutti i tipi: uomini in sandali, jeans tagliati e cappelli da cow-boy; una coppia di anziani con le tute in coordinato; donne in stampato di leopardo e vestiti a pois; parecchi indossano abiti in pelle. 
Sono venuto qui per scoprire il perché della passione dei finlandesi per il tango. Dopo tutto, i luoghi comuni li descrivono come riservati e tranquilli, non proprio come i focosi sudamericani. Il tango raggiunse la Finlandia negli anni ‘20 e ‘30 dopo essere stato esportato da Buenos Aires. Ma fu durante i difficili anni della guerra che i finlandesi lo accolsero come proprio. Testi basati sull'amore perduto e sulla tristezza fecero breccia nel cuore di chi aveva visto morire i propri cari nel conflitto. Queste canzoni tristi, suonate quasi sempre in tono minore, si sono fissate da allora nella coscienza nazionale. La versione finlandese è più lenta e semplice: melodie tratte da vecchi valzer finlandesi e russi vengono diffuse ovunque. La fisarmonica sostituisce il bandoneon argentino. Anche la danza è differente. Niente scenografici movimenti di gambe femminili: i finlandesi ballano stretto, i corpi allacciati l'uno all'altro.
All'interno di un affollato e soffocante palasport, i movimenti del tango vengo attentamente valutati in una competizione di danza. Una donna con lunghi capelli biondi, in un abito di velluto rosso arricciato, scivola accanto ad una bruna vestita di giallo intenso che passa morbidamente nella direzione opposta. Una coppia, Sari e Raine Ristola, partecipano alla gara di Seinajoki da dieci anni: le emozioni hanno la stessa intensità della prima volta. Raine non è capace di esprimere a parole ciò che prova e si tira su la manica della camicia scoprendo un braccio con la pelle d'oca. Allora i suoi occhi blu luminoso si accendono all'improvviso: "Quando danzi è come l'amore. Beh, magari un attimo prima. La sensazione" - racconta - "è così intensa". Come Sari e Raine Ristola, la maggior parte di loro sono persone di mezz'età. Ma alcuni giovani possono essere visti mentre danzano gli stessi passi che i loro nonni interpretarono prima di loro. 
Il momento culminante del festival di tango è una gara canora sul genere X-Factor, trasmessa alla televisione dalla cavernosa Seinajoki Arena. Sei concorrenti dai venti ai trent'anni sono arrivati alla finale di oggi grazie al televoto via SMS ma solo uno di essi verrà incoronato re o regina del tango per quest'anno. Si tratta di un grande evento: gli ex re e regine sono diventate celebrità. Persino il presidente finlandese, Sauli Niinisto, si trova qui questa sera.
Un cantante emerge sugli altri cantando la versione tango di una nota canzone pop finlandese. Pekka Mikkola - studente di musica dalla città settentrionale di Oulu – è diventato l'ultimo rampollo dell'unica stirpe reale esistente in Finlandia. "Ho un bel testone", scherza Pekka mentre lotta per infilarsi la corona in capo. Ha tutti i motivi per essere contento: lo aspettano un contratto discografico, una tournee per l'intero paese e la fama istantanea.
A Tangokatu, alle tre del mattino, il sole sta cominciando ad affacciarsi sull'orizzonte. Le future coppie si incontreranno presto per la prima volta e condivideranno il loro primo tango. I piedi tamburellano per terra, gli occhi si chiudono, i corpi si abbandonano alla musica. Mi ritorna in mente quel che Arja Koriseva - già regina del tango a Seinajoki - mi disse poco tempo prima in quello stesso giorno. I suoi genitori si conobbero ballando il tango in una sala di legno, nel profondo della foresta finlandese. I Finlandesi possono essere tranquilli, ma il tango da voce alle loro emozioni. E in una splendida notte come questa ai finlandesi si potrebbe anche perdonare la loro idea di aver finalmente trovato la distante, magica fiabesca terra di Satumaa. 


lunedì 10 settembre 2012

Tango de Amor. Concerto dell'Orquesta tipica Silencio a Udine, giovedì 6 settembre 2012

Lusinghiero successo per il concerto dell’Orquestra tipica Silencio giovedì 6 settembre 2012 nella suggestiva cornice di piazza Matteotti a Udine. Né i Silencio né tantomento l’offerta di musica da tango dal vivo sono elementi di novità nel panorama udinese ma l’evento appena concluso ha avuto senza dubbio caratteri eccezionali.
In primo luogo va sottolineata la straordinaria cornice della piazza, tradizionale spazio di rappresentanza della città, che ha fatto da degno scenario alla manifestazione. Davvero notevole il colpo d’occhio degli edifici circostanti, illuminati da una sorvegliata scenografia di luci, con in più l’inedita vista di molte finestre animate da curiosi e spettatori occasionali. La gratuità dell’evento e la collocazione in un luogo pubblico così centrale ha dato alla serata un carattere di happening festoso, tanto inedito quanto gradevole.
Anche l’afflusso del pubblico è stato decisamente al di là del consueto. Tra milongueros e semplici spettatori non è azzardato immaginare numeri a tre zeri, presenze senza dubbio più da concerto rock che non da tango dal vivo. Tanto semplice quanto ricercato l’indovinatissimo dress code bianco/nero, scelta che ha regalato ai presenti alcuni esempi di raffinata eleganza e di non comune femminilità.
Degna di nota anche l’amplissima superficie effettivamente utilizzabile per il ballo che abbracciava circa metà della vasta platea centrale rialzata. Metratura senza dubbio eccezionale, specie per chi sia abituato a spazi più raccolti, che ha consentito ad un gran numero di coppie di danzare in piena libertà senza mai preoccuparsi dell’affollamento.
Poche le sbavature in un quadro così ben riuscito. La resa sonora avrebbe guadagnato qualcosa con dei decibel in più, ma è facilmente intuibile come l’eco delle recenti polemiche sull’intrattenimento notturno nei centri storici abbia saggiamente consigliato di non strafare; la pista in legno ha mostrato a volte qualche limite ma onestamente va riconosciuto che era impossibile fare di meglio, specie muovendosi in un contesto così delicato.
L’evento è il risultato di una collaborazione tra Arci Zoo di Udine e Bianco e Nero: l'esito è stato senza dubbio di prim’ordine e c’è solo da sperare che una partnership così feconda continui nel tempo. Va riconosciuto ai due organizzatori un eccellente lavoro logistico, non solo per aver superato difficoltà burocratiche certo non indifferenti, ma anche per la volontà di portare a conoscenza del grande pubblico la vitalità e l’entusiasmo della scena locale. Pare proprio che il senso principale dell’evento sia stato proprio testimoniare in modo indiscutibile quanti e quali risultati possano nascere dal fare squadra mettendo in comune capacità, conoscenze, relazioni, amore per il proprio lavoro: elementi di cui mai come oggi si sente la necessità.