Atmosfera da grande evento ieri sera per la prima edizione
della milonga La imperial al Planet fun di Zoppola (PN), una nuovissima
struttura per l’intrattenimento di oltre 4000 metri quadri che offre sala
bingo, spazi per i giocatori di slot machine, cabaret, ristorante e lounge bar.
La milonga è stata ambientata nella Event hall - una sala dalle dimensioni a dir poco imponenti - ed ha visto la firma del Maestro Antonio Napolitano, apprezzato insegnante attivo a Pordenone. Elementi centrali della serata sono stati la musica dal vivo con l’orchestra Tango Pichuco, che ha proposto un repertorio particolarmente azzeccato e di grande ballabilità, nonché l’acclamata esibizione della coppia Sebastian Zanchec e Malvina Gili, preceduta da quella, non meno apprezzabile sebbene di tono diverso, che è stata offerta da Antonio Napoletano e dalla sua partner Cinzia Pozzoli. DJ Gibo alla consolle.
Grande affluenza di pubblico con ballerini da tutte le
province limitrofe, compresa qualche presenza dal vicino Veneto. Parterre delle
grandi occasioni che ha proposto alcuni esempi non comuni di eleganza e buon
gusto femminile nell’abbigliamento.
All’altezza l’impianto audio e pista assolutamente senza
pecche: una superficie unica in marmo probabilmente ben al di là di 500 metri
quadri, dimensione del tutto eccezionale che ha permesso a moltissime coppie di
girare senza eccessive preoccupazioni. Notevole anche l’impianto di
climatizzazione che ha garantito condizioni eccellenti nonostante l’affollamento.
Resta complessivamente gradevole anche il giudizio
sull’ambiente. L’allestimento degli spazi, pur enfatizzando una certa idea di
spettacolarità, mantiene un’apprezzabile misura, tanto più meritoria se si ricorda come spesso gli ambienti di
questo tipo siano intonati ad un gusto nefando che qui per fortuna viene
evitato. All'ingrosso, la sensazione complessiva è quella di ballare negli spazi di una nave da crocera dei nostri tempi.
Un elemento decisamente anomalo è la gratuità, fattore che
diventa del tutto eccezionale se soltanto si riflette sulla presenza della
musica dal vivo o il coinvolgimento di una coppia famosa. L’aspetto è tanto più
rilevante se si ricorda come il ‘costo zero’ comprenda anche i vari servizi
accessori e non vi siano pertanto i famigerati oneri nascosti: parcheggio,
guardaroba e prenotazione non costano un Euro mentre le consumazioni hanno
prezzi assolutamente in linea con l’esterno, altro elemento notevole se solo si
pensa a tutte le volte in cui il prezzo del servizio viene semplicemente
incorporato nel listino del bar.
Antonio Napoletano, in un applaudito intervento, ha anzi dichiarato
che la formula rimarrà invariata: ingresso sempre gratuito per tutti ogni sabato, anche
quando è previsto l’intervento di un musicalizador di caratura internazionale,
l’esibizione di una coppia famosa o la performance di un orchestra dal vivo.
Affermazioni che devono aver creato più di qualche sussulto agli organizzatori
di milongas nostrane, molti dei quali presenti in sala, e creato non poco
subbuglio al mondo tanghero del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, alle prese
con una novità che non ha precedenti negli ultimi anni.
Non c’è dubbio che il nostro abbia individuato una
possibilità assai interessante e abbia sfruttato con acume l’impressionante
‘potenza di fuoco’ che gli viene da un partner del calibro del Planet fun.
Egli ha dato prova di tempismo e fiuto non comuni, grande talento di
organizzatore assieme ad una meritoria attitudine a percorrere strade nuove. Il
grande successo di ieri sera è il giusto premio per un' iniziativa riuscitissima
e sono stati in molti ad esprimere il proprio incondizionato apprezzamento.
Occorrerà invece vedere se condizioni così allettanti saranno mantenute come promesso per tutti gli appuntamenti futuri o se invece la politica del prezzo verrà ridiscussa dopo qualche tempo. Non si vuole essere diffidenti per partito preso, ma l'esperienza degli ultimi anni ci purtroppo abituato a servizi offerti inizialmente a condizioni vantaggiosissime (ad esempio nei settori dell'intrattenimento, della telefonia, delle credito, dalle assicurazioni ecc.) che scivolano poi verso condizioni assai meno buone una volta che l'impresa ha consolidato la base di clienti.
Caratteristica probabilmente unica della milonga è la contiguità con altre settori della struttura: succede così che i ballerini di tango costituiscano uno spettacolo involontario a beneficio di quanti frequentano la sala bingo, il cabaret o le slot, oppure capita di assistere al passaggio delle più canoniche ragazze-immagine dirette verso altri ambienti del locale, anche se ammetto che il sostantivo ‘locale’ sembra riduttivo per un ambiente connotato da uno scoperto gigantismo in cui capita di assistere a situazioni decisamente inconsuete per il tanghero medio. Inevitabile quindi che le dimensioni siano fonte di una certa dispersione e che si senta la mancanza di quella calda e raccolta intimità che è spesso la cifra delle milonghe più riuscite.
Di certo non sono mancate le distrazioni. Dalla folla di monitor sospesi sopra la pista fino al passaggio regolare delle artiste che si spostavano dai camerini verso la zona cabaret: una pattuglia di ventenni agghindate di piume, catafratte in fantasiosi costumi di taglio barocco oppure strizzate in corsetti stringivita di cuoio.
Occorrerà invece vedere se condizioni così allettanti saranno mantenute come promesso per tutti gli appuntamenti futuri o se invece la politica del prezzo verrà ridiscussa dopo qualche tempo. Non si vuole essere diffidenti per partito preso, ma l'esperienza degli ultimi anni ci purtroppo abituato a servizi offerti inizialmente a condizioni vantaggiosissime (ad esempio nei settori dell'intrattenimento, della telefonia, delle credito, dalle assicurazioni ecc.) che scivolano poi verso condizioni assai meno buone una volta che l'impresa ha consolidato la base di clienti.
Caratteristica probabilmente unica della milonga è la contiguità con altre settori della struttura: succede così che i ballerini di tango costituiscano uno spettacolo involontario a beneficio di quanti frequentano la sala bingo, il cabaret o le slot, oppure capita di assistere al passaggio delle più canoniche ragazze-immagine dirette verso altri ambienti del locale, anche se ammetto che il sostantivo ‘locale’ sembra riduttivo per un ambiente connotato da uno scoperto gigantismo in cui capita di assistere a situazioni decisamente inconsuete per il tanghero medio. Inevitabile quindi che le dimensioni siano fonte di una certa dispersione e che si senta la mancanza di quella calda e raccolta intimità che è spesso la cifra delle milonghe più riuscite.
Di certo non sono mancate le distrazioni. Dalla folla di monitor sospesi sopra la pista fino al passaggio regolare delle artiste che si spostavano dai camerini verso la zona cabaret: una pattuglia di ventenni agghindate di piume, catafratte in fantasiosi costumi di taglio barocco oppure strizzate in corsetti stringivita di cuoio.
Al di là di queste notazioni di colore, occorre riconoscere
che le milonghe di casa nostra nascono dinorma dallo slancio generoso di
qualche gruppetto di appassionati e vivono perlopiù una dimensione tipicamente
informale, da artigianato dell’intrattenimento, spesso su base eminentemente
volontaristica. C’è chi si presta a controllare gli ingressi, quello o quella
che dedica qualche ora del suo tempo occupandosi di snack e bevande, chi
accudisce la musica e così via. Magari altri hanno portato la bottiglia di vino
del nonno o il dolce fatto in casa, in un’ atmosfera che – specie nei posti più
piccoli – finisce talvolta per sfumare in un’inconsapevole aria domestica.
Per quanti abbiano familiarità con questo genere di
situazioni il contrasto è stato probabilmente quasi traumatico: La imperial sta
ad una comune milonga nostrana come Conan il barbaro sta a Don Lurio.
Questa novità rimescola profondamente un contesto ormai sedimentato e pone un elemento nuovo con il quale gli organizzatori di eventi dovranno
necessariamente fare i conti poiché questa inedita partnership sarà un elemento
destinato a rimescolare le acque. Non è forse azzardato pensare
che sulla scena locale del tango si sia affacciata una novità paragonabile a
quanto successe nel mondo di internet agli inizi degli anni novanta, dove
l’ingresso di grossi provider aggressivi rese d’improvviso gratuiti una serie
di servizi che l’utente era prima abituato a pagare: dalla connettività, alla posta
elettronica, fino allo spazio sul web. Chi era più disposto a sborsare
quattrini per avere un indirizzo e-mail, quando Libero lo dava gratis a tutti?
Un’intelligente massima del web ricorda che se visitando un
sito non si riesce a capire quale sia il bene o il servizio venga offerto, allora
ad essere messi in vendita siamo proprio noi visitatori, perché ad esempio ci
viene proposta della pubblicità attentamente mirata oppure – come accade
regolarmente – perché i dati della navigazione sono venduti a chi si occupa di
marketing telematico.
Gli economisti ricordano infatti che non esistono pasti
gratis ed anche solo il modesto buon senso della massaia suggerisce che alla
fine qualcuno dovrà pur pagare le fatture. Sul mecenatismo disinteressato del
Planet fun pare dunque lecito avanzare qualche educata perplessità ed è facile
intuire che il management della struttura debba aver fatto assai bene i suoi
conti. Chi offre qualcosa di gratuito - sostenendo spese che è facile
immaginare ingentissime - agisce in genere in un orizzonte più ampio. Vuoi perché
cerca di entrare in contatto con una potenziale clientela a cui proporre successivamente
dell’altro, vuoi perché un fondamentale assioma del marketing ricorda che prima
si creano e si rafforzano inediti bisogni umani e poi si offrono quei servizi a pagamento
destinati a soddisfare i nuovi desideri abilmente indotti.
Dal mio personalissimo punto di vista (ma è una notazione
molto soggettiva, che va presa con beneficio del dubbio) mi pare che l’elemento
debole di un’iniziativa per altri aspetti straordinaria sia proprio l’aver incrinato uno dei piaceri più
forti dell’andare a milonga, ovvero la creazione di un rapporto sereno con la realtà,
in un ambiente raccolto e protetto, costruendo relazioni autentiche e
disinteressate.
Confesso che per qualche istante non mi sono più sentito una
persona che frequenta un posto con lo scopo di trarre piacere da una pratica
che si legittima in se stessa e non presuppone
nessun altro obiettivo che il piacere condiviso. La sensazione era invece quella di
essere stato trasformato in un elemento anonimo inserito entro un meccanismo
che agisce secondo scopi e logiche che vanno al di là di me stesso, in ogni
caso impossibili da governare: lo spiegamento di telecamere, discrete ma ben
visibili come accade nelle case da gioco e nelle banche, la presenza visibilissima di personale addetto alla sicurezza con tanto di auricolare di prammatica ed infine – facile immaginarlo – una sala appartata nella quale il personale osserva coscienzioso
una parete tappezzata di monitor. Non quindi soggetto, bensì oggetto.
Qui è conveniente sospendere il giudizio, lasciando ad
ognuno la possibilità di formarsi la propria opinione personale. Solo il tempo dirà
se è stato finalmente trovato una sorta di Santo Graal della milonga, ovvero un inedito
modello gestionale che permetta di saltare a più pari il problema dei costi di
gestione offrendo benefici illimitati per tutti a costo zero, o se invece
stiamo andando verso qualcosa che è ancora prematuro delineare.