venerdì 2 dicembre 2011

Milonga al Gran casinò di Lipizza / Lipica

Uno dei più singolari aspetti dell’animo tanguero è senza dubbio l’incessante curiosità nell’esplorare luoghi insoliti, verificandone l’adattabilità alla pratica del ballo. Mi è accaduto così di frequentare milonghe organizzate nel sottoscala di un bar di periferia, nella rimessa di macchine agricole, in stazioni ferroviarie, negli spazi  un centro commerciale e questo a tacere di una molteplicità di iniziative nate in una dimensione informale e semi-domestica.
Le milonghe organizzate a Lipizza negli spazi del Gran casinò credo rappresentino un caso a dir poco straordinario, poiché per entrare occorre infatti passare dalla reception della casa da gioco. Gli assoluti sono sempre pericolosi, ma potrebbe essere l’unico caso in cui la decisione di andare a ballare tango  presupponga: a) la presentazione di un valido documento d’identità; b) essere fotografati e registrati; e infine c) ricevere 5 euro in fiches come regalo di benvenuto, denaro che per la cronaca ho perso goffamente nello spazio di qualche minuto puntando da pivello su improbabili combinazioni alla roulette.



Difficile collocare lo stile della sala in un ambito preciso. Pareti tinteggiate in viola si alternano a lucide trasparenze di plastica verde, mentre buona parte delle superfici sono occupate da una riproduzione di stalattiti e stalagmiti in polistirolo, a dare l’illusione di trovarsi in una grotta carsica. Si balla sotto gli occhi di telecamere (ne ho contate 13, ma sono – ovviamente – solo quelle visibili) mentre accade che la voce di Carlos Gardel si mescoli a tratti con quella di un volonteroso croupier dalla morbida e vellutata dizione, il quale annuncia i numeri del bingo e le rispettive vincite.

Messa in questo modo parrebbe da dimenticare, ma sono ritornato a casa con l’idea di aver passato una delle più piacevoli esperienze degli ultimi tempi. L’aspetto maggiormente degno di nota è che nulla viene fatto per dissimulare l’esatta natura dello spazio e la sua precisa funzione, spazio che viene serenamente presentato tal quale. Il risultato è quindi autoironico e leggero, con un’aria di divertente mascalzonata, e l’esito pare ancora più evidente quando lo si confronta con il tono austero e sostenuto di certe milonghe di lunga tradizione, spesso pervase da un’atmosfera di pomposa seriosità.
Modestissimo il contributo in denaro per la serata, per altro chiesto a titolo volontario, mentre l’ampiezza dello spazio a disposizione e il pavimento in laminato assicurano ampie possibilità anche in caso di folla. La scelta musicale è ispirata ad un pragmatico eclettismo che pesca liberamente dai generi, a volte mescolando vals, tango e milonga, a volte con proposte decisamente interessanti: ho scoperto con interesse la ballabilità di interpreti italiani della metà del ‘900. Inedita, a quel che mi risulta, anche la scelta di inserire cortine ballabili di liscio. Manca il buffet, ma bar e ristorante sono a pochi passi.

“Non sono legata a nessuna scuola o gruppo”, mi racconta la gentile Milena Zerial, volonterosa animatrice dell’iniziativa “Questa proposta è solo l’espressione di  un gruppo di amici a cui piace stare assieme e condividere un’esperienza autentica”. Proposito senza dubbio meritorio, specie se si ricorda come i differenti approcci conducano non di rado alla reciproca diffidenza, quando non addirittura ad un certo strisciante settarismo. Si tratta poi di uno dei pochissimi casi in cui entrando ho avuto la netta sensazione di essere accolto e trattato come una potenziale persona gradita, al di là della mia totale estraneità a quello specifico ambiente.
Davvero una sensazione curiosa verificare come l’ambiente di una sala da gioco, che nell’immaginario comune si associa ad un’eleganza raffinata e distinta, sia ormai dominato dal più informale abbigliamento casual, fatto da pochi elementi di arraffati a casaccio dall’armadio. Per altro, nel settore dedicato alla milonga si percepiva il gusto non tanto dell’apparenza, bensì della gratificante cura di sé, magari manifestandola con la scelta di una calda femminilità nell’abbigliamento. Parrà cosa da nulla, ma riconforta e ingentilisce la vita.
E infine la differenza fra il piano di sopra, popolato da una platea di tante solitudini diverse, facce alienate, spente del gioco, ed il piccolo miracolo della sala con le pareti dai colori improbabili, dove la pratica del ballo lascia spazio all’umanità, alla condivisione di emozioni e sentimenti ed al piacere di dedicarsi insieme ad un’attività creativa.

E scusatemi se vi sembra poco.

4 commenti:

  1. Gentile Dr. Zero,
    la grazia delle tue parole mi è entrata dritta nel cuore.........non so quante volte ho riletto il tuo articolo e tutte le volte ho rivissuto vividamente la serata, come se fossi ancora lì.
    Sei riuscito a trasformare la mia piccola milonga in qualcosa di magico e poetico......
    Sono davvero emozionata....
    Grazie

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  2. gradirei anhe il tuo parere DR ZERO suLLA casa della cultura KULTUR DOM HRWATINI a CREVATINI SITUATA vicino alristorante JASNA raggiungibile anche volendo da MUGGIA perche ' due settimane fa' ho fatto AMICIZIE ingrid e dusan MAURI VIVono ad oPICINA e sono tangueri saggi! oggi usare le cose del passato anche ildesign del passato cosi prezioso e' neltango argentino ricreare le atmosfere con le giuste sedie igiusti tavolie quadri e specchi e si riaprono inegozi nostalgici con scarpe copia conforme dello stile argentino TAMANGO MADAME PIVOT SUR abiti haute couture PEPITANGO o richiami a coco chanel o a ED WOOD film che consiglio vvamente a tutti dirivedere con JOHNY DEPP E BELA LUGOSI. altre cose bizzarre che fanno impazzire i lunghissimi guanti che una indossatrice posa dentro alla fabbricaFORD forte richiamo diseduzone sottle NELFILM WE WANT SEX EQUALITY sempre ricordandoci che restiamo qui nel2011 ..forse oltre alle de LOREAN sognate dalgeniale ZEMECKIS un giorno vicino sogno un blogger che ci illumini di avere scoperto una funzionale time machine,,oppure provare tutti a restare svegli a PARIGI invece di girare per localini e...passeggiare per le sue vie luccicanti attendere mezzanotte e..vedere cosa succede!!!

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  3. wow, sono inciampata e dico proprio inciampata in questo post cercando nel google una cosa totalmente diversa... Quello che mi ha colpito era questo: " Proposito senza dubbio meritorio, specie se si ricorda come i differenti approcci conducano non di rado alla reciproca diffidenza, quando non addirittura ad un certo strisciante settarismo. Si tratta poi di uno dei pochissimi casi in cui entrando ho avuto la netta sensazione di essere accolto e trattato come una potenziale persona gradita, al di là della mia totale estraneità a quello specifico ambiente.".... caro Dr.Zero, ahimè proprio questo ha portato al totale annientamento di questo Proposito. Milena una brava tanguera, brava persona, anima delicata e gentile è stata sopraffatta dalla bassa e grezza manovalanza di tango (da certi denominata anche "talebana") che fa sì che tante preziose persone si allontanano dal tango. Qui a Trieste siamo arrivati ad una maleducazione inaudita... certi "maestri" di lunga data ed anche ( purtroppo)"organizzatori" delle milonghe, addirittura fermano la tanda per redarguire qualcuno che non si comporta secondo le loro "regole". Mi rattrista moltissimo questo sviluppo perchè tango è una cosa splendida, ma come tutte le cose belle, se si trova nelle mani sbagliate.... cosa diventano? ***** Ingrid da Opicina :)

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